Corte di Giustizia UE sull’indicazione geografica di provenienza – N. C-399/22
I consumatori non devono essere ingannati sull’origine geografica di un prodotto. Pertanto, i meloni e i pomodori provenienti dal Sahara Occidentale non devono essere etichettati come prodotti agricoli del Marocco. Ciò è fuorviante e una violazione del diritto della concorrenza, ha stabilito la Corte di Giustizia UE con sentenza del 4 ottobre 2024 (N. C-399/22).
Le indicazioni di provenienza geografica possono suscitare nei consumatori determinate idee riguardo le caratteristiche di un prodotto, ad esempio in merito alla qualità o al gusto. Ciò può influenzare la loro decisione di acquisto. Pertanto, le indicazioni che ingannano il consumatore sull’origine del prodotto sono fuorvianti e vietate, spiega lo studio legale MTR Legal, che offre consulenza anche nel diritto della concorrenza.
Meloni e pomodori dal Sahara Occidentale
Nel procedimento davanti alla Corte di Giustizia UE si trattava di meloni e pomodori coltivati nel Sahara Occidentale, ma per i quali veniva indicato il Marocco come paese di origine. Pur controllando gran parte del Sahara Occidentale, il Marocco ha un’unica zona indipendente. La questione internazionale sullo status del Sahara Occidentale è attualmente indefinita.
Anche nel Sahara Occidentale si svolge l’agricoltura. Vengono coltivati, ad esempio, pomodori e meloni in serre. L’infrastruttura per l’irrigazione necessaria viene principalmente fornita e finanziata dal Marocco. Frutta e verdura vengono poi prevalentemente esportate in Europa e contrassegnate come prodotti d’origine del Marocco.
Inganno dei consumatori sull’origine dei prodotti
Un’associazione agricola francese si oppone a ciò. L’associazione ha presentato una richiesta al governo francese per vietare l’importazione di meloni e pomodori dal Sahara Occidentale, poiché il Marocco è erroneamente indicato come paese di origine. Per non ingannare i consumatori sull’origine dei beni e per non influenzarli nelle loro decisioni di acquisto, nonché per il rispetto del diritto internazionale, è necessario differenziare tra prodotti dal Marocco e dal Sahara Occidentale e identificare chiaramente i beni.
La richiesta dell’associazione agricola francese è infine giunta alla Corte di Giustizia Europea. La Corte di Giustizia UE doveva chiarire se l’indicazione d’origine Marocco fosse giustificata in base ad un accordo di associazione tra l’Unione Europea e lo stato nordafricano e quali misure di protezione un stato membro dell’UE possa adottare quando i beni vengono sistematicamente importati con un’indicazione d’origine errata.
Il Sahara Occidentale non è Marocco
La Corte di Giustizia UE ha chiarito che i meloni e i pomodori in questione vengono raccolti esclusivamente nel Sahara Occidentale e pertanto solo il Sahara Occidentale deve essere indicato come origine. A supporto, i giudici hanno affermato che il Sahara Occidentale non è parte del Marocco, ma rappresenta un territorio separato. Ai sensi del diritto dell’Unione Europea, il Sahara Occidentale costituisce una propria area doganale. Qualsiasi altra indicazione di origine potrebbe indurre i consumatori a credere che i meloni e i pomodori provengano da una zona diversa rispetto a quella in cui vengono raccolti. I consumatori sarebbero ingannati sulla vera origine dei prodotti.
Inoltre, la Corte di Giustizia UE ha anche chiarito che un singolo stato membro dell’UE non può unilateralmente decidere un divieto d’importazione per certi prodotti agricoli che non siano conformi alle disposizioni europee sulle indicazioni d’origine. In questioni di politica commerciale comune solo l’UE può legiferare. È possibile, ad esempio, che nel quadro dell’accordo di associazione tra l’UE e il Marocco vengano concordate le relative regolamentazioni.
Violazione del diritto della concorrenza
Se il consumatore viene ingannato riguardo all’origine di un prodotto da indicazioni errate, si verifica una violazione del diritto della concorrenza. Poiché i consumatori possono associare alle indicazioni di origine proprietà positive del prodotto, per le aziende la protezione di un’indicazione di origine è un valore importante. Le violazioni del diritto della concorrenza possono quindi essere sanzionate severamente. Avvertimenti, ingiunzioni o anche richieste di risarcimento danni possono essere le conseguenze.
Come studio legale, MTR Legal dispone di lunga esperienza nel diritto della concorrenza e rappresenta gli interessi dei suoi clienti sia nella difesa sia nell’applicazione di avvertimenti, ingiunzioni e richieste di risarcimento danni.
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