Decisione dell’OLG di Francoforte del 10.09.2024, Az. 6 UF 144/24
Anche dopo il divorzio i genitori condividono la custodia dei figli, se ciò è nell’interesse del benessere dei bambini. Tuttavia, ci sono buone ragioni che parlano contro una custodia condivisa, ad esempio la violenza domestica. In tal caso è giustificato attribuire la custodia esclusiva a un genitore, ha chiarito l’OLG di Francoforte con decisione del 10 settembre 2024 (Az.: 6 UF 144/24).
Di norma, i genitori hanno la custodia congiunta dei loro figli. Una separazione o un divorzio dei genitori non cambia questa situazione. Tuttavia, la condizione è che la custodia congiunta sia nell’interesse del benessere del bambino. Per vari motivi ciò potrebbe non essere sempre il caso. In tal caso, la custodia esclusiva può essere affidata a uno dei genitori, secondo lo studio legale MTR Legal, che offre consulenza anche in diritto di famiglia.
La madre richiede la custodia esclusiva
Un aspetto che parla contro la custodia congiunta è l’esercizio della violenza domestica, come dimostra la decisione dell’OLG di Francoforte.
Nel caso di specie, i genitori ormai divorziati avevano due figli. Il padre si era ripetutamente mostrato violento nei confronti della madre e le aveva minacciato di morte. La donna alla fine trovò il coraggio di separarsi e i due figli comuni vivevano con la madre dalla separazione dei genitori nel 2020. Il padre continuava a comportarsi in modo aggressivo, tanto che sia nel 2021 che nel 2023 furono emessi divieti di avvicinamento e contatto per un periodo di sei mesi ciascuno nei suoi confronti. La madre presentò inoltre domanda per la custodia esclusiva, che le venne concessa. Il padre si oppose.
Reclamo del padre non accolto
Il suo reclamo contro la revoca della custodia non ha avuto successo davanti all’OLG di Francoforte. La Corte d’Appello ha confermato la decisione del tribunale competente di assegnare alla madre la custodia esclusiva. A sostegno, la Corte d’Appello ha dichiarato che il padre aveva ripetutamente aggredito fisicamente la madre e proferito minacce. Questo comportamento non consente una comunicazione alla pari tra i genitori, che è indispensabile per l’esercizio della custodia congiunta. Alla madre non è ragionevole, alla luce del comportamento aggressivo e della disposizione alla violenza del padre, coordinarsi con lui su questioni di custodia, ha ulteriormente chiarito l’OLG di Francoforte.
Rispetto della volontà del bambino
Il padre evidentemente non è in grado di trattare con rispetto la madre e il suo comportamento non offre più una base per l’esercizio della responsabilità genitoriale congiunta. Contro la conservazione della custodia congiunta va inoltre considerata la volontà dei bambini, che a quel tempo avevano rispettivamente 5 e 9 anni. Essi si erano espressi a favore del trasferimento della custodia esclusiva alla madre. Occorre anche considerare che i bambini avevano assistito alla violenza fisica esercitata contro la madre e alle minacce di morte pronunciate. La violenza assistita da parte dei bambini rappresenta una forma specifica di maltrattamento dei minori e comporta fattori di rischio significativi per lo sviluppo di un bambino, ha ulteriormente chiarito l’OLG. Perciò, non vi erano mezzi meno gravi rispetto al trasferimento della custodia esclusiva alla madre.
Custodia congiunta a rischio per il benessere del bambino
La custodia può essere revocata a un genitore se ciò è nell’interesse del benessere del bambino. In questo caso, l’OLG di Francoforte ha visto chiaramente un rischio per il benessere del bambino se il padre continuasse ad esercitare la custodia congiunta e ha quindi respinto il suo reclamo. Ha chiarito che la violenza domestica può giustificare la revoca della custodia congiunta. La decisione dell’OLG di Francoforte non è impugnabile.
La decisione dell’OLG di Francoforte chiarisce che il benessere del bambino ha sempre la priorità nelle questioni di custodia. Ciò riguarda anche aspetti come il legame emotivo dei bambini con i genitori, l’ambiente sociale del bambino e naturalmente anche la volontà del bambino.
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