I programmi per computer sono soggetti al diritto d’autore. Ciò solleva la questione se il software di cheat violi il diritto d’autore. Per chiarire questo, la BGH ha coinvolto la CGUE (Az. I ZR 157/21).
Un’opera che deriva da una creazione intellettuale personale è automaticamente protetta dal diritto d’autore. Oltre a testi, immagini, musica, film e altre opere, anche i programmi per computer rientrano nel diritto d’autore, spiega lo studio legale MTR Legal Rechtsanwälte, il quale ha un focus della sua consulenza nel diritto IP e nel diritto d’autore.
Ciò solleva però anche la questione se il software di cheat violi il diritto d’autore. Il software di cheat consente ai giocatori di aggirare le restrizioni in un programma per computer e avere così più possibilità di gioco. Queste restrizioni sono spesso consapevolmente integrate dai sviluppatori dei giochi e vengono aggirate dal software di cheat.
Un sviluppatore di videogiochi ha quindi citato in giudizio lo sviluppatore di un software di cheat. Con l’aiuto di questo software, i giocatori potevano ad esempio utilizzare determinate funzioni senza limitazioni o raggiungere un livello più alto più velocemente. La querelante lamenta che ciò rappresenti una modifica non consentita dei suoi videogiochi ai sensi del § 69c n. 2 UrhG.
Ciò presuppone però che il gioco sia stato “modificato”. Una tale modifica è vietata ai sensi del § 69c n. 2 UrhG. Tuttavia, l’idea pura del gioco non è protetta.
In prima istanza, il tribunale ha accolto la denuncia e ha affermato una modifica del gioco tramite il software. Utilizzando il software, si interferisce e si modifica il processo programmato del gioco. Di conseguenza, il videogioco sviluppato dalla querelante è stato modificato.
Tuttavia, la Corte d’appello di Amburgo ha visto diversamente in appello e ha respinto la denuncia. Nella motivazione ha affermato che il software interveniva solo nel processo del videogioco, modificando i dati memorizzati nella console di gioco, ma non i comandi del computer. Il processo programmato di un videogioco non è però protetto dal diritto d’autore, ha dichiarato l’OLG.
Il caso è finito infine davanti alla BGH, la quale ha chiesto alla CGUE di chiarire se il software di cheat violi il diritto d’autore.
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