La protezione dei dati non riguarda solo i clienti, ma anche i lavoratori di un’azienda. Le violazioni al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (RGPD) possono costare caro al datore di lavoro.
Con l’introduzione del RGPD, i requisiti per la protezione dei dati per le aziende sono aumentati. Ciò non riguarda solo i clienti dell’azienda, ma anche i dipendenti hanno, secondo RGPD, un diritto di accesso nei confronti del loro datore di lavoro riguardo all’uso dei loro dati personali. I datori di lavoro non dovrebbero prendere alla leggera questo diritto se vogliono evitare sanzioni pecuniarie, secondo lo studio legale MTR Legal Rechtsanwälte, che consiglia i propri clienti in diritto IT e questioni di protezione dei dati.
La protezione dei dati riveste un ruolo sempre più importante, anche all’interno di un’azienda. I datori di lavoro dovrebbero quindi garantire che l’azienda sia conforme alle normative sulla protezione dei dati. Infatti, in caso di violazioni del RGPD, potrebbero incombere risarcimenti danni, come mostra una sentenza del Tribunale del Lavoro di Duisburg del 23 marzo 2023 (rif.: 3 Ca 44/23).
Nel caso in questione, un dipendente aveva fatto valere i diritti di accesso nei confronti del suo datore di lavoro ai sensi dell’art. 15 RGPD. Il datore di lavoro ha risposto alla richiesta e ha fornito entro il termine di un mese informazioni e una copia dei dati ancora memorizzati. Tuttavia, le informazioni fornite non erano sufficienti per il dipendente, mancavano dettagli concreti sulla durata della conservazione dei dati e sui destinatari. Inoltre, la copia dei dati era incompleta. Il datore di lavoro ha quindi dettagliato ulteriormente le informazioni sulla durata di conservazione e la copia dei dati, ma non ha fornito dettagli sui destinatari dei dati. Per questo motivo il dipendente ha richiesto un risarcimento di 2.000 euro.
Il Tribunale del Lavoro di Duisburg ha accolto le argomentazioni del dipendente. Il datore di lavoro deve versare un risarcimento ai sensi dell’art. 82 RGPD. La somma del risarcimento superava la richiesta del querelante e il tribunale ha condannato il datore di lavoro al pagamento di un risarcimento di 10.000 euro.
Nella motivazione, il tribunale ha spiegato che il datore di lavoro era a conoscenza dei destinatari dei dati, quindi avrebbe dovuto comunicarli al dipendente. Inoltre, i dati sulla durata di conservazione sono stati comunicati in modo insufficiente. Ciò costituisce una violazione del RGPD.
MTR Legal Rechtsanwälte consiglia le aziende in questioni di protezione dei dati.
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