Le richieste di recensione via e-mail dopo l’acquisto sono considerate pubblicità

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Panoramica sul motivo della sentenza

Il Tribunale di Hannover si è dovuto occupare, in un procedimento (Az.: 550 C 13442/12, sentenza del 21.11.2013), della questione giuridica se una richiesta di valutazione di un prodotto inviata via e-mail dopo la conclusione di un acquisto online debba essere classificata come pubblicità non consentita. La decisione si inserisce in una serie di sentenze che si occupano della valutazione legale delle forme di comunicazione elettronica nel contesto tra tutela dei consumatori e interesse imprenditoriale. Al centro della controversia vi era il bilanciamento tra l’interesse dell’imprenditore alle recensioni dei clienti e la tutela della sfera privata del destinatario contro contatti indesiderati. La sentenza fornisce così importanti indicazioni sull’ambito e sui limiti delle richieste inviate elettronicamente che hanno un legame economico.

Quadro giuridico della comunicazione via e-mail

Distinzione tra messaggi transazionali e pubblicità

Determinante per la classificazione giuridica di una richiesta di valutazione tramite e-mail è la questione se tale messaggio debba essere considerato pubblicità ai sensi dell’art. 7, comma 2, n. 3 della UWG (Legge contro la concorrenza sleale). Secondo la giurisprudenza consolidata, si parla di pubblicità ogni volta che i messaggi sono destinati a promuovere le vendite o a presentare l’azienda in una luce positiva. La comunicazione puramente informativa, ad esempio per l’esecuzione del contratto, non deve essere mescolata con la pubblicità. L’invio di una richiesta diretta di valutazione dopo l’adempimento contrattuale non è espressamente un atto puramente transazionale, ma persegue un obiettivo imprenditoriale indiretto, ossia l’aumento delle proprie vendite attraverso feedback positivi.

Il consenso come criterio giuridico

Per l’invio di e-mail pubblicitarie ai consumatori è necessario un consenso esplicito preventivo. Fondamentale è l’art. 7, comma 2, n. 3 della UWG, che mira a garantire la tutela della sfera privata individuale. Senza il rilascio del consenso, ogni e-mail pubblicitaria è in linea di principio non consentita. Questi principi si applicano anche alle richieste di valutazione, poiché sono volte a indurre il destinatario a un’azione a favore dell’azienda. Il Tribunale di Hannover ha individuato nella mancanza di previo consenso del destinatario il problema centrale del messaggio e-mail.

La decisione del Tribunale di Hannover in dettaglio

Punti chiave della sentenza

Il tribunale ha chiarito che la richiesta di valutazione sotto forma di e-mail deve essere qualificata come pubblicità, poiché il suo scopo è, in ultima analisi, migliorare l’immagine pubblica dell’azienda sulle piattaforme di valutazione e, dunque, promuovere le vendite. Non ha importanza se il destinatario ne tragga un eventuale vantaggio – ad esempio tramite decisioni di acquisto migliorate da parte di altri utenti. L’unico elemento determinante è che la richiesta di valutazione sia stata inviata senza il consenso esplicito. L’invio di tali messaggi senza previo accordo viola i diritti del destinatario e costituisce un disturbo inaccettabile ai sensi della UWG.

Inquadramento nella giurisprudenza

La decisione del Tribunale di Hannover è in linea con la giurisprudenza di più alto livello, in particolare quella della Corte Suprema Federale. Anche altri tribunali di primo grado avevano precedentemente valutato richieste di valutazione simili come pubblicità non autorizzata. La pratica contestata è stata valutata in modo coerente secondo la finalità protettiva della UWG, ossia la salvaguardia dell’autodeterminazione economica dei destinatari e la difesa dalla pubblicità indesiderata. Questo approccio è supportato anche dalle direttive europee.

Implicazioni per la pratica

Rilevanza per le aziende nel commercio online

Alla luce della sentenza, per i rivenditori online e altre aziende vi è una maggiore sensibilità nella gestione dei contatti elettronici dopo la conclusione del contratto. Sebbene le valutazioni dei prodotti siano un elemento significativo nella concorrenza, non possono essere richieste tramite e-mail se manca il consenso esplicito del cliente. La sentenza evidenzia i rischi legali derivanti dalle violazioni della UWG – che vanno dalle richieste di inibitoria fino alle richieste di risarcimento danni.

Tutela degli interessi dei consumatori

Con la sentenza viene riconosciuta al consumatore una forte tutela della privacy. Si vuole impedire la possibilità di essere contattato via e-mail senza consenso esplicito, allo scopo di evitare un sovraccarico di pubblicità e una diminuzione del diritto all’autodeterminazione informativa. Questo è in linea con l’obiettivo generale del legislatore di rafforzare la fiducia nella comunicazione elettronica.

Sintesi e prospettive

La sentenza del Tribunale di Hannover sottolinea l’importanza giuridica di un consenso chiaramente differenziato per l’invio di richieste di valutazione tramite e-mail. Soprattutto nell’ambito dell’e-commerce, la decisione contribuisce a tracciare più chiaramente il confine tra comunicazione contrattuale lecita e pubblicità non consentita. Infine, la sentenza ricorda che le misure imprenditoriali volte ad aumentare le vendite devono sempre rientrare nei limiti di quanto legalmente consentito.

In definitiva, la recente sentenza rende evidente la complessità della classificazione giuridica delle misure di comunicazione nell’era digitale. La situazione giuridica può essere valutata diversamente caso per caso, per cui è necessario un esame accurato delle circostanze e del quadro normativo.

Per ulteriori domande sulla gestione delle e-mail pubblicitarie e sulla corretta impostazione della comunicazione elettronica, gli avvocati di MTR Legal sono a disposizione come interlocutori competenti.

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