Pagamento della retribuzione nuovamente richiesto in caso di versamento su un conto utilizzato da truffatori

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Pagamento del compenso in caso di modifica fraudolenta delle coordinate bancarie – Decisione del Tribunale di Coblenza

Sempre più spesso, aziende e privati sono vittime dei cosiddetti casi di “CEO-Fraud” o “Fake-President”, nei quali ignoti, tramite e-mail false o altri mezzi di comunicazione manipolativi, inducono l’effettuazione di pagamenti su conti bancari diversi e utilizzati in modo fraudolento. Le conseguenze legali di tali situazioni sono state nuovamente poste in rilievo dalla sentenza del Tribunale di Coblenza, n. 8 O 271/22, del 29 febbraio 2024. La decisione giudiziaria evidenzia i notevoli rischi per i committenti che cedono a una disposizione di pagamento manipolata.

Fatti e questione centrale

Nel caso concreto, un committente aveva affidato la realizzazione di un’opera a un’azienda. Nel corso delle successive comunicazioni, terzi tuttora ignoti riuscivano a inserirsi nel traffico e-mail e a simulare una modifica del conto bancario. Di conseguenza, il committente trasferiva il compenso pattuito non – come previsto dal contratto – al prestatore d’opera, ma sul conto dei truffatori. Solo successivamente veniva scoperta la manipolazione. Il prestatore d’opera quindi non riceveva la prestazione pattuita e ne richiedeva legittimamente il pagamento.

Il Tribunale di Coblenza ha dovuto esaminare la questione essenziale se un pagamento così deviato su un conto indicato dal truffatore possa soddisfare l’obbligazione di pagamento o se il committente resti obbligato a pagare nuovamente.

Situazione giuridica in caso di bonifico errato non imputabile

Effetto solutorio ai sensi del § 362 BGB

Nel diritto dei contratti d’opera è determinante se il pagamento di una somma di denaro avviene effettivamente a favore del creditore legittimato. Secondo il § 362 del Codice Civile tedesco (BGB), un’obbligazione si estingue solo se la prestazione dovuta viene eseguita al creditore o a un terzo legittimato a riceverla. Se il debitore invece paga a un terzo non autorizzato – ad esempio a seguito di inganno da “social engineering” – il pagamento, in linea di principio, non libera il debitore nei confronti del creditore originario.

Il Tribunale di Coblenza ha confermato tali principi chiarendo che: un bonifico su un conto manipolato dall’esterno non è idoneo a soddisfare le obbligazioni contrattuali, poiché il vero creditore non riceve alcuna disponibilità della somma. Il committente resta obbligato al pagamento nei confronti del prestatore d’opera, indipendentemente dal fatto che la manipolazione fraudolenta gli sia imputabile. Infatti, la ripartizione contrattuale del rischio assegna il rischio dei bonifici errati al debitore, salvo diversi accordi – ad esempio tramite la designazione di un soggetto alternativo autorizzato alla ricezione o una rappresentanza senza procura.

Principio dell’attribuzione della prestazione e procura apparente

Solo nei casi in cui il creditore abbia conferito a un terzo l’apposita procura per accettare il pagamento oppure abbia creato una situazione di affidamento a lui riconducibile per il debitore, può valere un’eccezione. Nel caso di specie, tuttavia, un simile comportamento non è stato riscontrato. L’utilizzo di un’e-mail ingannevole, secondo il Tribunale, non è quindi sufficiente per giustificare un pagamento con effetto solutorio nei confronti del prestatore d’opera.

Rischi e necessità di prevenzione nella pratica aziendale

La decisione evidenzia i notevoli rischi connessi alla gestione dei pagamenti nel commercio elettronico. Aziende e privati sono tenuti a proteggere al meglio il processo comunicativo. Meccanismi di controllo insufficienti o l’accettazione non verificata di modifiche nei dati di pagamento possono comportare che il pagamento già eseguito non liberi il debitore. In queste situazioni, il debitore deve corrispondere nuovamente l’importo dovuto al vero creditore, senza avere normalmente possibilità concrete di rivalsa efficace nei confronti del truffatore.

Implicazioni civilistiche e pratiche

La sentenza del Tribunale di Coblenza solleva una serie di ulteriori questioni rilevanti per la pratica. In particolare, ciò riguarda l’organizzazione interna dei processi di pagamento, l’implementazione di meccanismi di controllo nelle modifiche delle coordinate bancarie, nonché l’intreccio tra indagini penali in materia di frode aziendale e gli obblighi civili di restituzione. Dal punto di vista civilistico, il rischio di una manipolazione riuscita tramite fraudolenta modifica dei dati bancari grava in linea di principio sul debitore. Le possibilità di rivalsa verso l’autore restano spesso meramente teoriche, poiché i truffatori solitamente risultano irreperibili.

Procedimenti in corso e inquadramento giuridico

Va ricordato che, al momento della decisione, le indagini penali contro ignoti non erano ancora concluse. I nomi delle parti sono pertanto anonimizzati per ragioni di tutela dei dati personali e della privacy. Inoltre, eventuali altre situazioni vanno sempre esaminate caso per caso e possono condurre a risultati differenti.


Lettori che si trovano a confrontarsi con problematiche simili in tema di gestione dei pagamenti, contratti d’opera o frode nel commercio elettronico, possono rivolgersi in modo riservato agli avvocati di MTR Legal per una verifica della loro situazione legale individuale.

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